SLINT - Tweez

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  1. JØHN
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    IL CASO TWEEZ
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    imputati per associazione a delinquere:
    Brian McMahan (chitarra)
    Ethan Buckler (basso)
    Britt Walford (batteria)
    David Pajo (chitarra)

    concorso esterno nell'associazione:
    Steve Albini (alla produzione, e all'ispirazione)

    tempus commissi delicti
    1988

    mandanti
    touch & go

    altri indagati:
    1. Ron
    2. Nan Ding
    3. Carol
    4. Kent
    5. Charlotte
    6. Darlene
    7. Warren
    8. Pat
    9. Rhonda
    (i titoli dei brani di TWEEZ, che celano nei titoli le identità dei genitori del quartetto più l'identità di un cane)

    L'avvento del post rock nella civiltà occidentale rappresenta la fine di un'era, la chiusura di un secolo, un passaggio epocale, la fine di tutto quello che c'era da finire e l'archiviazione del mondo che fino a quel tempo tutti avevano visto e dove tutti avevano vissuto. Non voglio dire che il post rock abbia cambiato il mondo. il contrario: il cambiamento del mondo ha dato vita ad esperienze musicali di snodo tra anni 80 e 90, che rappresentano la chiusura di un mondo e la sua fine, e l'apertura di una pagina nuova. Gli artisti colgono i cambiamenti che sono nell'aria e li sbattono su tela, o su vinile(attenzione alla scritta nel retro dei lavori dei delinquenti in questione, essa dice che è preferibile ascoltare l'album in vinile). Ma la nascita su disco del post rock è qualcosa di tremendamente scandaloso per la civiltà rock, una specie di progetto criminale, un atto delinquenziale contro una tradizione durata un cinquantennio, messa in dubbio da meno di 30 minuti di musica in cui emergono proprio tutti i connotati dell'artista post-moderno e dell'uomo nella civiltà della fine delle ideologie, la civiltà della tecnologia massificata.
    Il post rock in se, è uno schiaffo morale al pensare musicale "normale" nell'ottica rock, quindi la sua portata è in un certo senso "criminale", cioè violenta, profondamente destabilizzatrice e contraria a qualsiasi valore (musicale) costituito.
    Cosa si intende per post rock?
    Io intendo una rock band(cioè gente attrezzata ed educata come se dovesse suonare musica rock) che suona una roba che è tutto tranne che rock.
    Gli Slint sono tra gli artefici di tutto questo, e Spiderland ne è il mitico manifesto, anticipato da un altro dischetto, intitolato TWEEZ, che tutti considerano (giustamente) una sorta di anticipazione del sound che verrà sancito con il successivo capolavoro, un album pazzoide, sperimentale, con ottime intuizioni. Per me TWEEZ è molto più di un album sperimentale e mezzo folle. è un'opera magistrale, che contiene certi suoni, certe pesantissime (e grezzissime) finezze che non ci sarebbero più state nel sound degli Slint. ron e nan ding sono una contorsione che sta in un limbo tra la cacofonia e il free jazz, come prendere i King Crimson e metterli a suonare pezzi country e remixare il tutto, in una atmosfera "amatoriale" ricreata da chi quel suono sapeva come tirarlo fuori (sua maestà il duce, il pornostar Steve Albini); frustate metalliche e rumori "presi" dalla strada a da stabilimenti industriali, l'alito putrido di una città che respira e un po soffoca(si, perchè il "cantato" nell'album, oltre ad essere raro è pure tutt'altro che umano e sensato... in ron c'è una sola strofa che è un misto tra un lamento e un rap). I 2 brani sfiorano i 2 minuti l'uno, ma sono le pagine più inquietanti, affascinanti, e direi anche scandalose degli ultimi 20 anni. Come prendere le regole del rock e riscriverle tutte, al contrario ed in cirillico e criptato, in modo che non le possa capire nessuno, ma tutti, chi più chi meno, possano sensibilmente avvicinarsi allo scandalo di un'era che stava per aprirsi: l'era del superamento del rock e l'era del porcaputtananonsocosastoascoltando (non che fosse la prima volta che nella storia si ascoltavano cose incomprensibili e procaputtanate, perchè il kraut non è che fosse una passeggiata di salute, e certa psichedelia ultradrogata al limite dell'elettronica non era una cosa facile da ascoltare senza entrare nel tunnel... ma con questi Slint, sembra di sentire i particolari più "inascoltabili" di quelle esperienze musicali, presi e svuotati della sostanza, e resi "strumento" per una canzone-non-canzone). carol (una versione rallentata-narcotizzata e complicata dei primissimi Big Black) e kent seguono e sublimano il concetto con delle chicche tecniche che agiscono a livello subliminale, sotterraneo, nervoso, nemmeno avverti cosa sta succedendo, ed hai bisogno di riascoltare per capirci di più, brani inascoltabili, brani che si ascoltano con il buchetto del culetto e non con le orecchie, perchè le orecchie sono per gli sfigati, gente che pensa che la musica sia una questione di note, e cazzi vari.... quando la musica è molto di più, perchè tra un pezzo e l'altro di questo continuo infrangersi strutturale-musicale, di ronzii elettrici e rumori metalmeccanici, contro luce puoi anche sbirciare vagamente l' assoluto. kent sembra presa da una colazione psichedelica dei Pink Floyd con i Godflesh più rumorosi e insensatamente duri come ospiti a sorpresa(perchè avevano dormito a casa Floyd la notte, dopo quella festona memorabile in cui sono successe cose che voi umani non potete mai immaginare se non sottoposti sotto un semirimorchio di sostanze poco raccomandabili), prog in frammenti, jazz in polvere, schegge impazzite; la voce narrante si alterna a silenzi tombali, squarci di rumore e abissi di silenzio sormontati da una voce narrante amorfa e antipatica(in senso etimologico). Alcuni brani sono "a cornice" e presentano in se come una serie di spunti, brani-nel-brano, che iniziano e si interrompono clamorosamente, per poi lasciare spazio a chissà quali altri angoscianti rumori/silenzi/residui-di-rock (vedi warren, dove il gigantesco muro sonoro si crepa, e sopraggiunge il silenzio, ed un lamento sinistro, impressionante, per poi riprendere con il baccano). Il disco è un trionfo di ritmiche folli, colpi sincopati piazzati a tradimento, inseguimento di controtempi, scosse di rottura e di sollevamento di croste terrestri, scosse di assestamento, gas letali che si liberano nell'aria sottoforma di una oscura nube tossica intitolata rhoda(leggesi "claustrofobia"), dove il germe primo dell'hardcore si invischia nell'artificialità sonora presa ed elevata nel suo punto massimo, musica senza anima, solo sudore che schizza sulle lamiere, misto a sangue. Le linee melodiche spariscono e si inabissano, diventando puro concetto, contorto, incasinato, pesante e denso, come questa musica, che è tutt'altro che ""eterea"", come sarà il post rock che verrà, è una musica concreta e materiale, che si dimena, sbraita e scaraventa la coda come fosse un animale che non si può domare, una musica selvaggia ed irruenta, pur nella sua totale freddezza. charlotte propone una musica cimiteriale, più che oscura, un concentrato di noise malsano, mischiato ad una salsa ricavata dalla decomposizione della carcassa putrefatta dell'hard rock sabbathiano e dell'hardcore. il sussulto del basso all'inizio di darlene introduce il pezzo meno aggressivo del disco, una boccata d'aria fresca, jazz della civiltà delle macchine, fraseggi eleganti di basso che serpeggiano viscidi e diabolici come esseri venuti dall'oltre tomba, che dissimulano la loro presenza in un virtuoso tessuto ritmico che preannuncia qualcosa del math rock che sarà. pat è una canzone-caricatura che è l'essenza stessa della storpiatura-presaperculo che gli Slint volevano fare a decenni di rock e im particolare alle radici della musica nera, qua c'è un blues "robotico", una cosa di un'alienazione totale, una mini jam di tre minuti e qualcosa che dura mezzora nella vostra mente, perchè questa non è musica normale e non si misura col minutaggio normale, si misura col tempo che vi scorre dentro, quello che pompa nelle arterie, non il tempo del ticchettio di un arnese appeso a un muro. TWEEZ è un po come un filo d'erba che cresce in una crepa nel cemento, è il lato più selvaggio, sanguigno, cafone ed istintivo, di una musica che prende il volo verso lidi astratti e "metafisici", è quel barlume di umanità che sboccia in un ammasso di cemento armato musicalmente costruito da dei muratori del suono, tra gli artigiani più brillanti che siano mai esistiti nel grande cantiere della musica dei nostri giorni, sicuramente i più lungimiranti.

    Edited by JØHN - 6/5/2007, 01:22
     
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13 replies since 5/5/2007, 20:33   645 views
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