THROTTLEROD - Starve the Dead

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  1. Mae Duke of Hazzard
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    Throttlerod - Starve the Dead (2004)
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    Tracklist:

    1) Borrowed Chair
    2) Long Winded Train
    3) Starve the Dead
    4) Steal the End
    5) This Town


    I morti muoiono di fame

    sono emotivi, questi Throttlerod. Avevano già spiegato, con il titolo dell'album che precede questo ep, che il loro mood compositivo passa tranquillamente dalle fiamme dell'inferno all'acqua alta. Dopo Hell and High Water succede che la formazione perde un elemento, il chitarrista Bo Leslie prende altre strade e i nostri si ritrovano in tre.
    Evidentemente provati dalla dipartita, neanche fosse morto sul serio. Questo ep è terribilmente triste, pur nei suoi sprazzi di violenza.
    Inizia con due pezzi lenti quasi a voler sembrare un ep acustico, non fosse che Borrowed Chair è un climax sonoro in cui un inizio quasi sussurrato si sviluppa nei cinque minuti fino a diventare un coro di chitarre e piatti... "and you travel alone"... si vede che l'andata di Bo ha fatto davvero male. E' stato triste, ma credo che gli altri tre fossero pure un po' incazzati. Ma fanno presto a tornare in Virginia, a riprendere quelle sonorità in cui una chitarra elettrica può suonare come un banjo e Long Winded Train è quel treno che corre parallelo al fiume Ohio, non si sa se ci siamo sopra o se lo stiamo guardando dall'altra riva. Paradossalmente questi primi due pezzi, nella loro lentezza, sputano fuori immediatamente i nervi che hanno costruito l'ep, una specie di sfogo breve (breve... nove minuti circa in tutto) ma totale, poi si riprende.

    Ce la facciamo anche in tre

    e come no? I due pezzi seguenti virano nuovamente verso quello stoner-southern che caratterizzava Hell and High Water, però accidentaccio se questo abbandono di Bo brucia ancora! Si cresce in cattiveria e monumentalità delle canzoni, che però rimangono lente e cupe, in particolare la title track, che ancora una volta ribadisce la sensazione di sbandatezza nel ritrovarsi in tre e nel dover mandare avanti una macchina da rock ben oliata, "you are my only broken wing, there ain't nothing to live", la ricomposizione della band in questo caso è davvero accomunabile ad un'elaborazione del lutto, che sul finire della terza traccia riprende vigore, tornando agli assoli di chitarra (visto Bo? li faccio anch'io!) anche piuttosto lunghi ed elaborati, sovraincisi, tu non ci manchi... e tutto sfocia nella canzone più controversa dell'album, Steal the End. Di nuovo si parte piano, cantando amaramente su un arpeggio, il quale subito si trasforma in un intermezzo di gran casino, per tornare a diventare un ricamo sulla voce, e poi di nuovo magma sonoro... questo pezzo fa pensare. Fa pensare che i Throttlerod si siano bevuti il cervello, perchè non ha nulla da invidiare a quelle canzoni di gruppi pseudo-hard rock per ragazzini che passano su Mtv, che cambiano di ritmo, sì, spacchiamo i culi però abbiamo anche un cuore e della sensibilità, senti qui come passo dall'urlare al piagnucolare. Eppure nell'economia dell'ep questo pezzo simboleggia la catarsi, il momento di confusione definitiva che sancisce la nuova identità, è come un gran pianto finale, e una volta asciugate le lacrime si può ricominciare.

    Epifania

    Infatti finisce bruscamente, senza fade, senza rallentamenti. E si torna all'inizio, con scarne chitarre acustiche su una voce placida, raddoppiata e supportata, che ci dice che troppe persone odiano questa città. This Town. Chissà che cosa succede, a Richmond. Loro ci si sono trasferiti apposta per coltivare il loro sogno, ma ad ascoltare il testo dell'ultimo pezzo non sembra ci si trovino particolarmente bene. E' una canzone di rara amarezza, anche se attiva, con un bel barlume di speranza, ormai si sono affezionati e probabilmente non sono tra quelle "too many people that hate this town". Però è come se qui mettessero per iscritto tutte le cose brutte, le lasciassero in consegna alla carta, come a volersene liberare. Ottima cosa se il risultato sarà, due anni dopo, Nail.





    NB: il percorso psicologico che ho tracciato a partire dall'abbandono del chitarrista non è testimoniato dai Throttlerod. Ho voluto mettere l'evento in relazione con un ep che si distacca piuttosto notevolmente dall'abituale produzione della band.
     
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  2. bunt
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    Carola, ho diverse cose di questo gruppo, ma mi manca questo EP :(
    mi faccio viva quando l'ho recuperato
    intanto mi ascolto Nail :)
     
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  3. Mae Duke of Hazzard
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    cdf Patri :sisi:
     
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    Ma non è del 2005 questo ep?
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  5. Mae Duke of Hazzard
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    il sito ufficiale dice ottobre 2004

    (io ero convinta di aver scritto 2005 invece ho scritto 2004 :asd: )
     
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4 replies since 3/2/2008, 14:18   67 views
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