Desert Sessions

I wanna make it with Joshua.

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    The certain someone that was dropping hints of it happening months ago on reddit (I'm u/King-Shit_of_Fuck_Mt on there, btw) has also name dropped Les Claypool, Billy Gibbons, Jake (Shears I'm assuming), Carla Azar and Matt Sweeney. I've heard some rumbling of other names as well.

    CITAZIONE
    Jesse was live streaming from Pink Duck. Josh said he's mixing it, adding his own parts and he's getting Carla back in for some drum parts. I think he said he has to be finished by the 15th.
     
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    Non saprei proprio cosa aspettarmi dalle Desert Sessions nel 2019, ma sono comunque tanto contento.
     
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    www.desertsessions.com/
    L'unica cosa che si può fare è iscriversi alla mailing list, l'ho fatto ma per ora non mi hanno mandato nulla.
    Secondo il New York Times però i volumi 11 e 12 usciranno ad Ottobre. Tra i partecipanti ci sono Billy Gibbons, Les Claypool, Stella Mozgawa (batterista delle Warpaint) e Jake Shears (frontman dei Scissor Sisters).
    Speriamo abbiano fatto abbondante uso di droga al momento delle registrazioni.
     
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    Desert Sessions 11 & 12 in uscita il 25 ottobre.
     
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    Grande notizia, speriamo bene!
    Ma mi chiedo: cosa mi sono iscritto a fare alla newsletter se non mandano queste info via mail? <_<
     
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    dalle varie anteprime su youtube si direbbe il classico stile Homme, solo suonato e prodotto con un po' più di gusto e attenzione degli ultimi Qotsa, dove la pacchinata era sempre dietro l'angolo. oramai è un po' di tempo che fa così, suona con altre persone e fa tutto in bolla, poi torna con i Qotsa e sembra perdere il lume della ragione
     
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    Dopo averle sentite possiamo dire che manca il deserto.
    Però alcuni buoni pezzi ci sono + roba a caso come è giusto che sia nelle DS.
    Io mi aspettavo uno stile diverso, almeno nelle chitarre. Homme poteva tornare un po' alle vecchie sonorità, no? E invece no, oramai gli ha preso sta cosa che le chitarre devono suonare così e nemmeno la (poca e nemmeno troppo buona) droga al Rancho De La Luna ha aiutato a farli cambiare idea.
    In ogni caso meglio degli ultimi dischi dei QOTSA.
     
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    Questa critica alle chitarre salta fuori praticamente sempre, io invece più passano gli anni più realizzo che Josh suona sempre le stesse cose, usa gli stessi trucchetti, gioca sulle stesse scale (o forse è una sola). Da un lato è l'unica cosa che dà personalità alla sua musica, quel misto di Hendrix+polka+Stooges+Black Flag, dall'altro credo che in molti si siano stufati ma notano più che altro le differenze di suono, che si è un po' schiarito è vero, ma del resto era l'unico modo per non fotocopiarsi a ogni disco. Però è un peccato per certi versi, perchè la sua originalità non era solo la quantità di mediobasse o la storia dell'ampli da basso, ma anche quello che ha sempre suonato... E sembra che in pochi se ne siano accorti. Non è un caso che tutti gli inutili epigoni stoner sono vent'anni che vanno alla caccia del suo suono ma poi si adagiano sulle solite tre cose fra il blues e i Black Sabbath.
    Lui stesso ha ammesso, proprio davanti a Sweeney quando ancora non suonavano assieme, che un bel po' di cose le ha scoperte da ragazzino e non ha mai smesso di usarle. Poi quando guardi video dove un chitarrista suona vari suoi pezzi usando sempre lo stesso suono, realizzi che le differenze non sono poi così incredibili.

    Io piuttosto sto notando da un po' di tempo a questa parte un certo gusto per linee vocali pompose, prese da una tradizione completamente diversa e che stonano tantissimo: un pezzo come Easier Said Than Done fa schifo tanto quando Fair Weather Friends o Fortress o altri pezzi di quell'ultimo disco di cui fortunatamente ho rimosso i titoli.

    E allora la canzone che mi è piaciuta di più è la strumentale Far East For The Trees, intermezzo fra Calexico e Alain Johannes (una figura che aleggia molto, del resto è uno dei quei pochi chitarristi contemporanei a cui Josh ha rubato delle cose) che starebbe bene in mezzo a pezzi un po' migliori di quelli di questo disco.
    Il problema con le parti vocali è che la maggior parte dei guest non aggiunge veramente niente, da Gibbons a Shears è una rassegna di vuoto, passando per tale Libby Grace che pare tanto intonata (e gnugna, a giudicare dall'instagram) quanto impostata e senz'anima nell'interpretazione. L'unico a salvarsi è il tizio dei Royal Blood che mettendoci un po' di passione dà un colore a una canzoncina punk rock di base innocqua come Crucifire, che pur non facendomi affatto impazzire è l'unica che davvero mi ha fatto premere il tasto repeat
     
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    Ti dirò: dopo averlo ascoltato è molto meglio di quanto avessi pensato all'inizio.
    (però un po' di fuzz ci sarebbe stato benissimo)
     
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    CITAZIONE (Seba @ 26/10/2019, 10:31) 
    Questa critica alle chitarre salta fuori praticamente sempre, io invece più passano gli anni più realizzo che Josh suona sempre le stesse cose, usa gli stessi trucchetti, gioca sulle stesse scale (o forse è una sola). Da un lato è l'unica cosa che dà personalità alla sua musica, quel misto di Hendrix+polka+Stooges+Black Flag, dall'altro credo che in molti si siano stufati ma notano più che altro le differenze di suono, che si è un po' schiarito è vero, ma del resto era l'unico modo per non fotocopiarsi a ogni disco. Però è un peccato per certi versi, perchè la sua originalità non era solo la quantità di mediobasse o la storia dell'ampli da basso, ma anche quello che ha sempre suonato... E sembra che in pochi se ne siano accorti.

    Interessante disamina dello stile di Josh, mi trovo d'accordo.
    Quello che è cambiato negli anni nei QOTSA non è il suo playing, ma tutto il resto: gli arrangiamenti dei pezzi soprattutto, gli altri musicisti.

    Io per fortuna ho smesso da anni di ascoltare le sue nuovi produzioni sperando di trovarci "i caiùss", non mi spaventa la mancanza di distorsione.
    però considero questo episodio di Desert Sessions di una pochezza imbarazzante: mi sembrano pezzi messi insieme in fretta e furia in ottica jam, ma con la totale mancanza di ispirazione rispetto ai precedenti capitoli.
    Quella che preferisco è Chic Tweetz (giuro), stupida come piace a me in stile primi EODM e con una chitarra in sottofondo che mi gasa.
    c'è qualche altro episodio convincente ma metà disco mi pare lo scarto dello scarto degli ultimi QOTSA
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    Chic Tweetz, non so se voluto, ma come mi ha fatto notare anche Frenk, sembra proprio un tributo a Zappa.
    Queste Sessions non mi dispiacciono, ma non lo considero più di un dischetto gradevole e divertente da mettere su quando si ha voglia di qualcosa di leggero.
    Non sono d'accordo con chi dice che è meglio degli ultimi dischi dei QOTSA: a me "Like Clockwork" è piaciuto molto.
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    Mi ero dimenticato fosse uscito l'ultimo capitolo delle Desert Sessions. Ed in certi momenti spero che sia l'ultimo davvero, perché è un lavoro che potevamo anche risparmiarci. Su otto brani ne ho trovato carini tre, per quanto non ci sia nulla di nuovo e tutto suoni come una playlist di bootleg e riempitivi di altri dischi. La mano di Homme si sente, soprattutto in alcuni brani (ad esempio Noses in Roses, Forever mi ha ricordato passaggi dei qotsa in salsa western e qualcosa dei Them Crooked Vultures), mentre altri brani sembrano revival e robe già sentite. Crucifire è un pezzo punk senza pretese, ma ha una sua energia. Something you can see e Easier than done sembrano dei pezzi dei Dead Weather/Raconteurs/primi Tame Impala.

    In sostanza qualcosa che nelle premesse sembrava anche interessante (Matt Berry su tutto e tutti), però lascia abbastanza indifferenti. Carino ma nulla di che.

    Ma d'altronde le DS nascono esclusivamente come divertissement e come tali devono essere affrontate.
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