Rock e dintorni

Posts written by =KG=

  1. .
    Album veramente complesso.
    Complici gli ultimi giorni di ferie sono riuscito a gustarmelo pian piano a più riprese e ad ogni giro emergono dettagli e passaggi che erano sfuggiti a quelli precedenti.
    Leggevo qualche giorno fa un'intervista a Brann Dailor che sottolineava la capacità dei Tool di far fiorire canzoni estremamente complesse da un piccolo seme, ecco in questo nuovo disco mi sembra che si divertano piuttosto a spezzettare, annodarle e ripiegarle su loro stesse. Di tanto in tanto, da qualche angolo sbuca Mayanard ad arricchire e dare respiro alla trama, giocando il ruolo del leone dalla criniera ingrigita che che dosa ruggiti e assalti.
    Tutte scelte che mi sembrano sagge e non troppo distanti da ciò che mi aspettavo in linea generale. A sorprendermi semmai è stata l'interpretazione quasi """hardrock""" (in versione Tool ovviamente) di diversi passaggi strumentali. Più qualche chicca qua e là che non spoilero per chi deve ancora ascoltare l'album.😁
    Sono curioso di vedere come andrà sul lungo periodo: l'assenza di canzoni relativamente brevi peserà? Inizierà a palesarsi qualche passaggio strumentale di troppo?
  2. .
    Mamma mia Pusha :wub:
    Ennesima riprova che per suonare moderni e al passo coi tempi non è obbligatorio fare copia-incolla di una base di Metro Boomin, gorgheggiare a casaccio e tingersi i capelli di rosa. Album/EP quadrato e dritto al punto come pochi nell'ultimo periodo.
    Per quel che mi riguarda conferma di essere per delivery, cura della metrica e wordplay nella top 10 (forse pure top 5...) dei 2000.

    Applausi anche per Kanye, ormai sempre più odioso quando apre bocca ma sempre sopraffino alle macchine.
  3. .
    Tutto condivisibile...
    MA
    a risentire quei suoni e quei ritmi mi è venuta un'acquolina in bocca che mi verrebbe da rapire MJK e rinchiuderlo a forza in studio di registrazione.
  4. .
    CITAZIONE (StevenAdler @ 24/4/2018, 21:09) 
    questo in generale lo valuterei come una sufficienza risicata, per loro proprio da minimo sindacale

    Quoto.

    CITAZIONE
    Oltretutto temo che non lo ascolterò tanto spesso perché ci sento dei suoni proprio pessimi (parlo a livello di impressione, per analisi più documentate riguardo la produzione aspetto l'intervento di qualcuno più esperto del campo) e questa cosa inevitabilmente fa peggiorare il mio giudizio.

    Notato pure io. Non sono un esperto, ma il suono mi risulta parecchio "compresso", come se fosse stato pensato per essere ascoltato dalle casse del portatile o poco meglio. Con una voce come quella di Maynard a disposizione e la cura che Howerdel metteva nella cura dei suoi è delittuoso.
  5. .
    Guarda Gidan, la mancanza di chitarrozzi per me è l'ultimo dei problemi, visto come sono sono usati quasi li avrei tolti del tutto. :D
    Un cambio di rotta era fisiologico e direi pure positivo vista la quantità di tempo intercorso dall'ultimo album di inediti, qua ci sento proprio quella "liofilizzazione" di un'idea sonora che tiravi in ballo. Ed è la cosa che più mi dispiace vista la caratura e la storia della band. Ieri sera ho provato ad ascoltare di fila Eat The Elephant e 13th Step...fa impressione ascoltare l'involuzione a livello di ricerca, complessità e rifinitura delle strutture dei pezzi.

    Ritiro fuori la vecchia usanza del semaforo per spiegarmi meglio, se non lo facciamo per gruppi come questo ormai non lo facciamo per nessuno. :D

    Eat The Elephant
    Disillusioned

    Inizio buono e direzione giusta. Melodie ottime (giusto un po' di forzatura emotiva e banalità testuale nella seconda), strutture scarne, sound sobrio, a tratti anche decadente con Maynard al centro del villaggio e poco altro, a dimostrazione che il chitarrone lo si può anche appendere al chiodo. Questa per me era la strada da seguire, intervallato da qualche momento più heavy qua e là a dar respiro.
    The Contrarian
    Ridatemi Freese pt. 1. Bella l'atmosfera tenebrosa, meno il tentativo di Maynard di ricrea una tensione dark che invece di aumentare scema col passare dei minuti. Lo stile di batteria ultrafluido e dinamico dell'ex-Vandals avrebbe dato la marcia in più a sta canzone, invece a metà si inizia già a guardare l'orologio.
    The Doomed
    Mezzo verde perchè il ringhio finale di MJK mette ancora i brividi lungo la schiena, e perchè a livello ritmico e di arrangiamento ci siamo. Il bridge di chitarra però è roba di un metallozzo così banale da far sembrare gli ultimi Mastodon quelli di Leviathan.
    So long...Fish
    Continuo a sperare in risvolti ironici. Questa è roba INCOMMENTABILE. B-side dei 30 Seconds To Mars di quelle che infastidiscono all'autogrill.
    TalkTalk
    Prova a salvarsi in corner col giochino "aumento la tensione - rilascio la tensione", ma è una trovata banale. Melodia debole e poco altro.
    By And Down The River
    Ridatemi Freese pt. 2. Questa sarebbe potuta essere una GRANDE canzone, forse la migliore del lotto. Maynard ispirato, elegante e ombroso come ai bei tempi. Peccato per la ritmica davvero troppo ingessata e per il minuto e mezzo di ripetitività al termine del solo.
    Delicious
    Non sapevo fosse la reunion dei Creed. Sorvoliamo.
    DLB
    Interludio
    Hourglass
    Prendo tempo. Non ho ancora capito se il giochino di sommergere di filtri la parte vocale sia stata una paraculata o un bel tentativo di sperimentazione. Apprezzo comunque il tentativo di variare sullo schema.
    Feathers
    CI SIAMO. Bel suono, bella linea melodica. Complimenti al dinamico duo.
    Get The Lead Out
    A metà fra un lungo outro (esistono ancora?) e un divertissement, niente di memorabile ma anche qui si apprezza la variazione sul tema.

    In sostanza se si fossero limitati ad un EP nella loro versione easy listening, scrollandosi la polvere di dosso provando incuriosire qualche neofita nato nei '00, per quel che riguarda avrebbero fatto una mossa migliore e mi avrebbero evitato l'amaro di un paragone abbastanza impietoso con quanto fatto tre lustri fa. Di materiale da best of purtroppo qua dentro non ne sento proprio.


    P.S.: visto anche il risultato di quest'album non capirò mai l'ostracismo nei confronti di un progetto sui generis come Emotive, ben distante dalle vette della band ma una spanna sopra alla maggior parte del materiale di EtE.
  6. .
    Dopo i primi ascolti per me invece sto disco è un grosso MAH.

    Posso capire il desiderio di ricalibrare la proposta su coordinate semplificate e i primi estratti pur andando in questa direzione mi parevano tutto sommato gradevoli e con una discreta vena melodica da parte di MJK, ma purtroppo il resto dell'album mi pare decisamente involuto in diversi passaggi.
    Non sono esperto delle dinamiche compositive di gruppo degli APC, ma il cambio di alcuni membri (soprattutto Freese) si avverte pesantemente in diversi momenti. Le composizioni hanno perso tutta quella gamma di sfumature, fatte emergere con opera di cesello di ambito di arrangiamento. Spesso la miriade di dettagli che inondavano le orecchie dell'ascoltatore negli album precedenti è stata sostituita da orchestrazioni o sintetizzatori banalotti, cercando di salvarsi aggrappandosi alla vena altalenante di Maynard.

    Sto cercando anche di addentrarmi nei testi e nelle loro interpretazioni per cogliere eventualmente la possibile ironia di alcuni passaggi (So Long....Fish è tagliata DAVVERO TROPPO spessa per i loro standard, sembra quasi una parodia).

    In generale mi sembra sia andata persa quella maestosa eleganza che caratterizzava i due dischi di inediti e in parte pure Emotive, anche a causa di un suono troppo compresso che influisce ulteriormente sulla dispersione di sfumature.

    Boh...dopo tanti anni mi chiedo se davvero ci fosse la necessità di tirare fuori ADESSO questo prodotto considerando che il fronte Tool sembra essersi finalmente sbloccato.
  7. .
    Anche io nell'ultimo anno sono rimasto sotto col jazz e mi son fatto/sto facendo una mega scorpacciata di classiconi. Tra l'altro, proprio come Joe, all'inizio ero stato fulminato da Head Hunters e da quell'attitudine funky caciarona irresistibile.

    Provo a consigliarti tre dei dischi che più mi hanno colpito in questo percorso, chissà che non troviamo altre affinità:

    - John Coltrane Quartet - Africa/Brass: per quello che ho ascoltato finora è uno degli apici di 'Trane. Jazz contaminato da forti influenze afro con percussioni in bella vista (la suite percussiva in Africa è da :sbav: ) e inserti tribali che fan girare la testa. Carne e sudore allo stato puro.

    - Miles Davis - Bitches Brew: questo è ostico eh. Pieno periodo fusion, l'album dello scandalo, odiato dai puristi e osannato da chi arriva dal rock (paragonato per questo alla svolta elettrica di Bob Dylan). Anche qui, se apprezzi il versante percussivo del genere troverai pane per i tuoi, conscio del fatto che sia un album più ""astratto"" (non mi sovviene termine migliore) rispetto ad Africa/Brass.

    - Miles Davis - Live/Evil: il dark side, se possibile ancora più intricato, di Bitches Brew. Un po' live e un po' studio, se hai apprezzato il primo è da provare.
  8. .
    Dato che non vorrei fare la fine dello scarso anno, quando ho aspettato e aspettato l'ispirazione per descrivere ogni disco e poi non se ne è più fatto nulla, a sto giro la faccio breve.

    10) Brockhampton - Saturation (I;II;III)
    9) The War On Drugs - A Deeper Understanding

    8) The National - Sleep Well Beast
    7) Kamasi Washington - Harmony Of Difference
    6) Kendrick Lamar - Damn.

    5) Wear Your Wunds - WYW
    4) Arca - Arca
    3) Thundercat - Drunk
    2) Converge - The Dusk In Us
    1) Tyler, The Creator - Flower Boy


    268x0w

    Per quanto mi riguarda è stata un'annata strana. Gli ascolti più attuali sono stati inferiori rispetto alla roba retro: ho fatto lunghissime full immersion negli anni '50, '60, '70, divorato quintali di black music, scoperto una forte passione per il jazz e focalizzato definitivamente il mio amore per tutto ciò che è contaminato in ogni ambito musicale e artistico in genere.
    Ho comunque cercato di tenermi aggiornato, dedicandomi sia alle sicurezze ma provando anche a dare una possibilità a qualche nuova leva di cui si sentiva parlar bene.
    Nella mi classifica ritengo le prime cinque posizioni sostanzialmente intercambiabili, sia per la qualità elevata dei progetti sia per l'eterogeneità delle proposte che rende difficile un confronto.
    Alla fine ho premiato Tyler perché è l'artista che attualmente meglio rappresenta ciò che cerco nella musica e il suo Flower Boy è un album veramente maturo, che contiene moltissimo materiale che abbraccia differenti ambiti della black music attuale: un bello sfondo vecchia scuola con sfumature jazzate; aperture r'n'b; coretti stemperati da un paio di cafonate decisamente più moderne. Insomma un bel minestrone che merita per lo meno di essere assaggiato.
    Grandissimo anche Thundercat, all'inizio mi pareva una sbrodolata ma col passare degli ascolti mi ha appassionato confermando la mia predilezione per tutto quel filone black attuale che tiene assieme una marea di roba che va dagli anni '70 alle contaminazioni odierne, condito che esplosioni di tecnica bassistica da leccarsi i baffi.
    Doppia posizione di onore per Bannon. Con i Converge, non so come non so perché, riesce ancora oggi a portare avanti un discorso di musica heavy senza risultare troglodita, plasticoso o fuori tempo massimo e anzi, ogni volta riescono ad aggiungere nuovi dettagli succulenti. Col monicker Wear Your Wunds riesce invece a fondere postcazziemazzi e Pink Floyd senza nemmeno la necessità di abbaiare al microfono, roba che se non la si ascolta non la si può immaginare.
    Arca boh, non lo so descrivere. Un viaggio attraverso dimensioni parellele, con l'approvazione di FKA Twigs e Bjork direi, materiale di classe veramente sopraffina.
    L'altra metà classifica mi ha preso ma non allo stesso modo.
    Kendrick ha fatto un gran bel disco ancora una volta, con alcuni pezzi DAVVERO mega (Fear mette i brividi ad ogni santo ascolto, ad esempio), però stavolta ho notato dei passaggi a vuoto non necessari (il pezzo con Rihanna non lo riesco proprio a reggere e capire al di fuori di una logica di sposalizio fra pesi massimi). Dopo Good Kid e soprattutto TPAB, per me sempre apice e cardine del decennio, ci sta un disco "solo" bello. Discorso simile per Kamasi Washington, che dopo quel mastodonte di The Epic se ne esce con un simil-Ep ben più digeribile, con alcuni momenti di furia caleidoscopica assurda e altri un po' meno memorabili.
    Bravi i National, che si confermano band dall'eleganza smisurata e stavolta aggiungono pure qualche virgola di novità al loro repertorio, e pure i The War On Drugs, che riescono a rendere apprezzabile e a tratti pure esaltante un polpettone di influenze che Boss a parte mi mette i brividi.
    Decimo posto d'onore per quei folli dei Brockhampton. Ci metterò due anni a sviscerare bene tutto quel materiale ma non potevo non premiare la follia di pubblicare tre dischi in un anno, intasando il web con pezzi fighissimi e molto vari (dal HH più incazzoso a ballatozze stile boyband elettrificata) e creando un immaginario così cangiante e attuale. Son curioso di vedere come evolveranno, potrebbero diventare la nuova Odd Future o implodere domani, chissà.

    Pace e bene a tutti ragazzi.
  9. .
    Già fatto girare 3-4 volte. Che dire, non mollano di un centimetro. Riconoscibili in mezzo a un miliardo di gruppi ma con dettagli nuovi ad ogni disco: stavolta, soprattutto a livello vocale, viene incorporata la vena più riflessiva/esistenziale del buonissimo Wear Your Wounds (il lavoro solista di Bannon, da recuperare). Da padrone però la fanno sempre le sfuriate di punk-core metalizzato, tra l'iper-nervoso e il pachidermico a seconda della lunghezza dei pezzi.
    Saggia scelta quella di far passare 5 anni fra un album e l'altro, il risultato sono zero riempitivi per 44 minuti di musica DAVVERO sentita e con qualcosa da dire.
  10. .
    CITAZIONE (Alphadj @ 26/6/2017, 11:38) 
    CITAZIONE (=KG= @ 26/6/2017, 09:48) 
    Due parole sui dischi a cui ho prestato più orecchio quest'anno.

    Ghali - Album

    Mah. Sulla carta la formula ci sta alla grande: metti un po' di Pharrell in salsa nordafricana, aggiungi un po' di stramberie non-sense qua e là e paga l'inevitabile tributo melodico italico ai vari Jovanotti/883 per sfondare in vetta a tutte le classifiche. Il problema per me è che l'ultimo aspetto troppo spesso è quello predominante e il rischio, a lungo andare, è quello di ritrovarsi una sorta di Fedez in salsa marocca. Che è comunque infinitamente meglio dell'originale e una boccata d'aria fresca per lo sgabuzzino polveroso del pop nostrano.

    Oddio, io non ho percepito niente di tutto questo :D

    Fedez e Jovanotti proprio no, Pharrell idem, al massimo ci ho sentito tanto Drake impiantato su un sostrato trap, e soprattutto TANTO Stromae.

    Pharrell ce lo sento più come mood e approccio "colorato" ai pezzi, musicalmente il paragone con Stromae è sicuramente più calzante. :sisi:

    Per quanto riguarda Fedez lo vedo come possibile "worst case scenario", se la componente smaccatamente pop (in senso dispregiativo di "facilona") dovesse prendere il sopravvento per varie motivazioni di showbiz. Onestamente in diversi pezzo la melodia o il ritornello stracciamutande stile Pezzali ce lo sento eccome, chiaro che è inserito in un contesto musicale diverso (come in alcuni pezzi di Jovanotti, a onor del vero) e quindi lo si digerisce con più facilità ma sempre lì siamo. Avrei preferito ascoltare qualche soluzione un pelo più ardita perché il ragazzo i numeri li ha eccome. Capisco però che questo dovesse essere un disco "a botta sicura" in grado di sbancare su un target ben preciso di ascoltatori e per questo siano stati utilizzati anche strumenti che offrono un risultato sicuro.
  11. .
    Due parole sui dischi a cui ho prestato più orecchio quest'anno.

    Ghali - Album

    Mah. Sulla carta la formula ci sta alla grande: metti un po' di Pharrell in salsa nordafricana, aggiungi un po' di stramberie non-sense qua e là e paga l'inevitabile tributo melodico italico ai vari Jovanotti/883 per sfondare in vetta a tutte le classifiche. Il problema per me è che l'ultimo aspetto troppo spesso è quello predominante e il rischio, a lungo andare, è quello di ritrovarsi una sorta di Fedez in salsa marocca. Che è comunque infinitamente meglio dell'originale e una boccata d'aria fresca per lo sgabuzzino polveroso del pop nostrano.

    Maruego - Tra Zenith e Nadir
    E' l'altra faccia del rap degli immigrati di 2-3 generazione. Mi è capitato di leggere qualche recensione poco entusiastica su questo progetto e onestamente mi spiace. Trovo che sia un album prodotto alla grande, con sonorità fresche che spaziano dalla roba francese ai produttori più "giusti" della scena italiana, alternando banger con featuring quasi sempre azzeccatissimi a pezzi più introspettivi in chiaroscuro. Come tipologia di album è più low-profile rispetto a quello di Ghali e forse per questo suona più "sincero" e meno forzato. Ci sono comunque dei passaggi a vuoto e qualche ingenuità lirica sparsa qua e là, ma considerato il contesto da cui arriva il personaggio ci può stare. Adatto per una passeggiata al tramonto durante la vacanza in Marocco come da colonna sonora per i giri nei quartieri periferici di Milano.

    Lazza - Zzala
    Disco ignoranza del 2017 per uno dei più forti freestyler della sua generazione. Punchline spaccone su basi trap abbastanza classiche, poco altro oltre a questo. Perfetto da sparare la sera in macchina per uscire a fare caciara.

    Ernia - Come uccidere un usignolo
    Insieme ad Axos e Rrkomi completa il podio delle migliori penne venute fuori negli ultimi 2-3 anni. Mini-album davvero riuscito, ben bilanciato fra pezzi di storytelling, rilfessioni personali sulla vita e ignorantate che è bene non manchino mai. Come suoni si discosta abbastanza dalle basi futuristiche della trap italiana, prediligendo cosine più classiche e cesellate che ben si sposano con la sua metrica curata. Pezzi come Bella, QT, Feelings indicano un talento da tenere d'occhio, considerando anche il fatto che fra i giovani è tra i pochi a tenere botta dal vivo. L'unica pecca trovo sia un senso di rivalsa esasperato nei confronti dei fallimenti passati (era in quell'abominio dei Troupe d'Elite insieme a Ghali) che a volte sfocia in rosicamento allo stato brado.

    Dark Polo Gang - Twins

    Premettoo che solitamente reggo la DPG per circa due canzoni, che pur approcciandomi ad essa con tutta l'ironia e l'apertura mentale di questo mondo trovo scandalosi (al netto delle basi favolose di Sick Luke) il successo e il credito di cui godono per una proposta che in sostanza è poco più di un divertissement a cui molti attribuiscono uno spessore artistico a cui nemmeno i diretti interessati credo aspirino. Ciò detto, stavolta mi tocca ammettere che in una buona metà dei brani hanno spaccato e già per loro è un enorme passo avanti. Qualche bambinata in meno, sporcizia gangsta un filo più a fuoco, qualche barra chiusa qua e là, il featuring con Gué che manda a casa un'altra volta tre generazioni di rapper e basi come al solito superlative generano un mix che finora avevo sentito così equilibrato, "maturo" ed efficace in pochissimi loro pezzi. Forse è la volta buona in cui oltre che all'immagine e alla promozione social hanno iniziato a lavorare un po' anche sulla loro musica, chissà.
  12. .
    CITAZIONE (Ispettore Zenigata @ 6/6/2017, 19:03) 
    CITAZIONE (=KG= @ 5/6/2017, 21:02) 
    CITAZIONE (FollowAnotherDay @ 5/6/2017, 11:40) 
    Pensate sia un buon punto di partenza? Si può definire Hip Hop? Quali album ascoltare?

    Sicuramente è un caposaldo della old school.

    Fai conto che si tratta di un ambito musicale che tendenzialmente si rinnova da cima a fondo ogni 4-5 anni, variando anche profondamente la definizione stessa del genere (e in ambito strettamente musicale sarebbe meglio parlare di rap).
    Senza volerti ammorbare con mille nomi e influenze varie, soffermandoti solo sulla roba ammerigana che mi pare di aver capito è ciò che al momento ti interessi maggiormente, ti consiglierei in ordine cronologico:
    Dr.Dre - The Chronic (1992)
    Wu-Tang Clan - Enter The Wu-Tang (36 Chambers) (1993)
    Notorious B.I.G. - Ready To Die (1994)
    Nas - Illmatic (1994)
    Tupac - All Eyez On Me (1996)
    Eminem - The Marshall Mathers LP (2000)
    Jay-Z - The Blueprint (2001)
    Kanye West - Yeezus (2013)
    Kendrick Lamar - To Pimp a Butterfly (2015)
    Future - DS2 (2015)
    Questo per avere un minimo di visione di insieme sulle tendenze di maggior successo degli ultimi due decenni e approfondire poetica (fondamentale in casi come quello del Wu-Tang Clan) e contesto sociale dei differenti personaggi. In questo modo dovresti avere un minimo di visione evolutiva di insieme e poter comporre a grandiiiiissime linee la narrazione essenziale del movimento attraverso anche le storie di chi l'ha creato che spesso si sono intrecciate fra loro.
    Poi va da sé che ci sarebbero una miriade di titoli altrettanto validi e, a gusto personale, forse anche migliori (il primo Snoop Dogg, gli Outkast, Mobb Deep, etc.)

    Chi l'avrebbe detto che un giorno avresti consigliato Future a qualcuno :asd: [che poi per il discorso trap meriterebbe una menzione di pari importanza Flockaveli di Waka Flocka Flame, però poi vale il discorso che fai te sui lustri di rinnovamento ed effettivamente quell'album è uscito 5 anni prima di DS2 e suona totalmente diverso...]

    Pura onestà storiografica, il motivo per cui eserciti un'influenza anche solo paragonabile agli altri nomi di quella lista resta per me un mistero. :D
  13. .
    CITAZIONE (FollowAnotherDay @ 5/6/2017, 11:40) 
    Pensate sia un buon punto di partenza? Si può definire Hip Hop? Quali album ascoltare?

    Sicuramente è un caposaldo della old school.

    Fai conto che si tratta di un ambito musicale che tendenzialmente si rinnova da cima a fondo ogni 4-5 anni, variando anche profondamente la definizione stessa del genere (e in ambito strettamente musicale sarebbe meglio parlare di rap).
    Senza volerti ammorbare con mille nomi e influenze varie, soffermandoti solo sulla roba ammerigana che mi pare di aver capito è ciò che al momento ti interessi maggiormente, ti consiglierei in ordine cronologico:
    Dr.Dre - The Chronic (1992)
    Wu-Tang Clan - Enter The Wu-Tang (36 Chambers) (1993)
    Notorious B.I.G. - Ready To Die (1994)
    Nas - Illmatic (1994)
    Tupac - All Eyez On Me (1996)
    Eminem - The Marshall Mathers LP (2000)
    Jay-Z - The Blueprint (2001)
    Kanye West - Yeezus (2013)
    Kendrick Lamar - To Pimp a Butterfly (2015)
    Future - DS2 (2015)
    Questo per avere un minimo di visione di insieme sulle tendenze di maggior successo degli ultimi due decenni e approfondire poetica (fondamentale in casi come quello del Wu-Tang Clan) e contesto sociale dei differenti personaggi. In questo modo dovresti avere un minimo di visione evolutiva di insieme e poter comporre a grandiiiiissime linee la narrazione essenziale del movimento attraverso anche le storie di chi l'ha creato che spesso si sono intrecciate fra loro.
    Poi va da sé che ci sarebbero una miriade di titoli altrettanto validi e, a gusto personale, forse anche migliori (il primo Snoop Dogg, gli Outkast, Mobb Deep, etc.)
  14. .
    Anche Fear è da :emo:
  15. .
    Sto completando ora il primo ascolto e, per quel che può valere, sono abbastanza sconvolto. Ci son dei pezzi che sembrano arrivare da Giove che mi han lasciato a bocca aperta (DNA, Lust, XXX, la stessa Humble) e altre cose nella parte centrale dell'album che invece mi han fatto storcere il naso.
    Poi butto l'occhio alle reazioni che sta provocando in giro e salta fuori che potrebbe essere la prima parte di un doppio disco che nel caso si completerebbe il giorno di Pasqua:
    IMG_2645
    Se mai fosse così....aiuto!
3330 replies since 17/2/2004
.