Stavo riascoltando 18 ed ancora oggi non so se considerarlo la chiusura della trilogia Play - Animal Rights ed 18, oppure se sia stata una scelta commerciale e lievemente paracula dell'artista newyorkese di riprodurre un disco con lo stile che l'ha lanciato definitivamente. Perché credo che sia evidente che Moby abbia sviluppato nel 2002 lo stesso filone (eccellente) proposto in play, creando un (in)volontario continuum a cavallo tra i due secoli. La stessa critica, inizialmente convinta della bellezza di 18, con il passare del tempo si sia divisa tra chi ha ridimensionato il lavoro e chi invece l'ha considerato una prosecuzione interessante del discorso già intrapreso. A differenza di Play, che è una fucina di stili e singoli, in 18 i singoli sono di meno (We are all made of stars ed il terzo brano), ma ci sono delle gemme nascoste nell'album come la penultima che è davvero toccante e sognante.
Voi cosa ne pensate? 18 è un disco di spessore oppure è una squisita minestra riscaldata?
me lo sono andato a riascoltare 18 (forse non ce n'era bisogno), per me è un discone, non è il capolavoro Play, difficile pensare di poterlo minimamente avvicinare; pur tuttavia contiene alcuni ottimi brani come In my heart, Sunday e One of these morning e diversi brani discreti; non mi è mai entrata nelle corde We're all made of stars, cosa che invece evidentemente è successa a lui perché nei live la canta ... sempre!
Qualcuno ha ascoltato il nuovo disco di Moby? Personalmente mi ha intrigato perché è veramente la sua interpretazione personale del trip hop più oscuro di scuola bristoliana. Prendete dei brani come porcelain, why my heart feels so bad e south side e mischiateli con le atmosfere di Mezzanine e 100th windows dei Massive Attack, con una certa venatura world music alla Bonobo di Black Sands ed il miglior Four Tet.
Prendete dei brani come porcelain, why my heart feels so bad e south side e mischiateli con le atmosfere di Mezzanine e 100th windows dei Massive Attack, con una certa venatura world music alla Bonobo di Black Sands ed il miglior Four Tet.
Prendete dei brani come porcelain, why my heart feels so bad e south side e mischiateli con le atmosfere di Mezzanine e 100th windows dei Massive Attack, con una certa venatura world music alla Bonobo di Black Sands ed il miglior Four Tet.
Usti! Detto così sembrerebbe un capolavoro!
L'unica cosa è ascoltarlo per smentirmi o per capire quanto ho alzato il tiro.
"Cala, Trinchetto, cala".
In ogni caso è un disco ispirato e che rappresenta un'ulteriore dimensione di Moby.
Qualcuno ha ascoltato il nuovo disco di Moby? Personalmente mi ha intrigato perché è veramente la sua interpretazione personale del trip hop più oscuro di scuola bristoliana. Prendete dei brani come porcelain, why my heart feels so bad e south side e mischiateli con le atmosfere di Mezzanine e 100th windows dei Massive Attack, con una certa venatura world music alla Bonobo di Black Sands ed il miglior Four Tet.
Mi mancava e mi hai incuriosito, lo sto sentendo ora, interessante. Ci vedo un po' di Faithless anche. Grazie!
A me non dispiace. I miei brani preferiti sono Natural Blues, Porcelain, The Whispering Wind e We're All Made Of Stars. Tra l'altro anche Zucchero ha fatto una cover di Natural Blues nel suo album "Discover"
CITAZIONE (grey26tex @ 13/8/2015, 14:00)
me lo sono andato a riascoltare 18 (forse non ce n'era bisogno), per me è un discone, non è il capolavoro Play, difficile pensare di poterlo minimamente avvicinare; pur tuttavia contiene alcuni ottimi brani come In my heart, Sunday e One of these morning e diversi brani discreti; non mi è mai entrata nelle corde We're all made of stars, cosa che invece evidentemente è successa a lui perché nei live la canta ... sempre!
Ironicamente We're All Made Of Stars mi piace un botto